Cosa significa vivere felicemente

vivere felicemente

La maggior parte delle persone crede che essere felici significa non avere problemi, non essere arrabbiati e non avere preoccupazioni. È proprio per questo motivo che non sono felici, proprio perché provano a sfiorare un’illusione che non potrà corrispondere mai alla realtà.

Al contrario, i sogni sono il carburante della nostra esistenza e a volte si possono realizzare, invece un’illusione, o la ricerca di un qualcosa di finto e costruito porta all’infelicità, alla mancanza e all’insoddisfazione. Quando non accettiamo i problemi, quando non abbiamo la forza di cambiare, quando accettiamo passivamente lo scorrere degli anni e rimaniamo ancorati al passato, tutto ciò rappresenta una prigione per la nostra mente. Pertanto è fondamentale sorridere, vivere e comprendere le emozioni, non solo ricordandoci i momenti belli della nostra vita, ma anche quelli più tristi e negativi cercandoli di integrarli; comprendendo che chi sorride ha sofferto. Non può esistere nessuno che non abbia provato alcun dolore, anzi è proprio esso che permette di sorridere.

Quindi la Felicità è imparare a gestire le difficoltà, la quotidianità, i problemi, cercando un equilibrio dinamico, in cui l’ago della bilancia non può sempre pendere da una parte. Dobbiamo dare il peso giusto agli avvenimenti della nostra vita. Questo significa fare tesoro di ciò che ci capita sia di bello che di brutto. Credo che sia importante avere la capacità di dare sempre un significato a quello che succede. Una delle maggiori cause di sofferenza sta proprio nell’incapacità di dare un senso a ciò che ci capita.

Quando non siamo capaci di dare un senso a quello che ci succede viviamo una vita vuota e ideale, invece quando diamo una spiegazione a ciò che ci succede viviamo un’esistenza piena. Questo è l’unico modo per essere veramente felici, guardando ciò che abbiamo e che abbiamo fatto, senza fare sterili paragoni con gli altri e pensando che il vero segreto è Vivere, non sopravvivere.

Citando una canzone: “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”.

La vita è un gioco è va giocata, non va guardata da spettatore. Per essere felici occorre saper giocare.

Dott. Stefano Tricoli

Therapion.com Italia 

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Il web, una grande risorsa per il benessere

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Il web rappresenta oggi una grande risorsa di sviluppo per il benessere personale. La nostra società è molto concentrata sul benessere fisico, mentre la salute psichica viene considerata una Cenerentola e posta in second’ordine. Oggi abbiamo risorse e strumenti per migliorare la nostra qualità di vita. La tecnologia ha un forte impatto sulla nostra vita perché potenzia l’accessibilità ad informazioni e servizi.

Quando non stiamo bene, chiedere aiuto è solitamente un processo articolato che passa per una più o meno dolorosa presa di coscienza delle nostre condizioni e una ricerca di risorse d’aiuto disponibili, per poi sfociare nel momento in cui si deve compiere il gesto di alzare il telefono e dar voce al proprio dolore: un’operazione tanto semplice, quanto dolorosa.

Se stai attraversando un momento emotivamente difficile, soffri di ansia o di sbalzi d’umore, potresti aver pensato di aver bisogno di aiuto. Potresti però non avere riferimenti di specialisti o servizi sul tuo territorio a cui rivolgerti. Oggi c’è un’opportunità in più per chi si trova a vivere un momento di crisi. Ricevere aiuto online è oggi possibile grazie alla tecnologia. Internet e i mezzi di comunicazione sono i mezzi che ci consentono di offrire sostegno psicologico online.

AUTORE:

Viola Nicolucci è psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia della salute. 

Therapion.com ITALIA 

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Playtherapy – Il gioco terapeutico

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Playtherapy – Il gioco terapeutico come cura per i traumi e disturbi psicologici dei bambini

 

Il gioco come linguaggio naturale dei bambini è di fondamentale importanza in situazioni di emergenza. Esso aiuta a gestire aggressività, lutto, perdita, separazione dei e dai genitori, traumi dovuti a immigrazione, a disastri atmosferici ed ambientali, e a tanti altri eventi di forte impatto emotivo.

La Playtherapy è un ampio settore che utilizza sistematicamente la naturale inclinazione a giocare come “mezzo per creare un ambiente terapeutico emotivamente sicuro che incoraggia la comunicazione, la creazione, l’espressione e la risoluzione dei problemi del bambino.” (VanFleet)

Attraverso il gioco i bambini imparano a comunicare, a esprimere i sentimenti, a modificare comportamenti, a sviluppare abilità nel risolvere problematiche e ad apprendere una varietà di modalità attraverso le quali relazionarsi con gli altri. Il gioco fornisce una distanza psicologica sicura dai loro problemi e consente l’espressione di pensieri e sentimenti appropriati al loro sviluppo.

I poteri curativi del gioco e la Playtherapy trascendono la cultura, il linguaggio e l’età. Possono fare dei “miracoli” soprattutto in questo periodo nel quale molti bambini devono lasciare la propria casa, il proprio paese, le loro radici. Paesi in guerra o paesi di estrema povertà costringono i genitori a emigrare verso un futuro incerto. Le difficili condizioni, di forte impatto emotivo e di instabilità estrema per i bambini, richiedono la loro protezione anche a livello psicologico.

Abbiamo a disposizione un “arma” fantastica, economica, senza controindicazioni e senza effetti collaterali indesiderati. Approfittiamo delle possibilità che ci offre la Playtherapy come gioco terapeutico.

Diamo una chance ai bambini, e non solo a loro, e lasciamoci guidare dal motto:

Gioco dunque sono!

 

Autore: Maria Magdalena Schlett Capanna, Psicologa clinica, certificato EuroPsy (EFPA), Esperta in Psicologia dell’Emergenza e Stress Management, Pedagogista ed Insegnante, Consulente di Therapion IT 

Bibliografia: http://www.lecceprima.it di Claudio Mochi

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Ricevi supporto con la Telepsicologia

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L’American Psychological Association definisce l’intervento psicologico online come telepsicologia. In che cosa consiste? “La telepsicologia è l’erogazione di servizi psicologici attraverso le tecnologie di telecomunicazione.” Le tecnologie di telecomunicazione includono: telefono, device mobili (smartphone e tablet), piattaforme di videoconferenza interattiva, email, chat, sms, ed Internet (siti di auto-aiuto, blog, e social media).

Internet ed i mezzi di telecomunicazione ci permettono di trasmettere e ricevere informazioni testuali o immagini, suoni o altri dati.

Il web rappresenta oggi una grande risorsa di sviluppo per il benessere personale. La nostra società è molto concentrata sul benessere fisico, mentre la salute psichica viene considerata una Cenerentola e posta in second’ordine. Oggi abbiamo risorse e strumenti per migliorare la nostra qualità di vita. La tecnologia ha un forte impatto sulla nostra vita perché potenzia l’accessibilità ad informazioni e servizi.

Quando non stiamo bene, chiedere aiuto è solitamente un processo articolato che passa per una più o meno dolorosa presa di coscienza delle nostre condizioni e una ricerca di risorse d’aiuto disponibili, per poi sfociare nel momento in cui si deve compiere il gesto di alzare il telefono e dar voce al proprio dolore: un’operazione tanto semplice, quanto dolorosa.

Un servizio di consulenza psicologica online aiuta chi soffre rendendo questo percorso più accessibile. Con poche parole ed un click, la richiesta di aiuto viene inoltrata e lo specialista è accanto a te: più vicino di quanto potessi immaginare.

AUTORE:

Viola Nicolucci è psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia della salute.

THERAPION.COM IT 

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Eventi traumatici ed il supporto psicologico

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Che cosa è la “psicologia dell’emergenza”? A chi si rivolge? Come funziona?

Queste sono solo alcune delle domande tipiche che mi vengono rivolte.

Sempre più spesso ci dobbiamo confrontare con le conseguenze di eventi traumatici, come p.e. terremoti, alluvioni, o altri eventi atmosferici e incidenti vari, furti e purtroppo stupri, spesso con delle conseguenze devastanti.

La psicologia dell’emergenza può offrire un valido supporto per le vittime, siano essi coinvolte direttamente o indirettamente nell’accaduto.

Uno degli aspetti più importanti che lo psicologo valuta dopo un evento traumatico sono i sintomi e le reazioni delle vittime. Anche un incidente in macchina, che non pare grave, può essere vissuto dal singolo come fortemente traumatico.

Le vittime vengono suddivisi in diverse categorie, secondo il proprio coinvolgimento con l’evento:

– Vittime del primo tipo: persone direttamente coinvolti

– Vittime del secondo tipo: parenti, amici o persone care

– Vittime del terzo tipo: soccorritori

– Vittime del quarto tipo: la comunità nel suo insieme

– Vittime del quinto tipo: persone con un fragile equilibrio psicofisico che p.e. hanno solo sentito parlare o letto dell’ evento

– Vittime del sesto tipo: persone che avrebbero potuto essere sul posto dell’incidente e che solo per caso si trovavano da un’altra parte o che si considerano responsabili per una persona che si trovava sul luogo dell’incidente, p.e. hanno cambiato un turno di lavoro.

Grazie ad un adeguato sostegno psicologico è possibile vedere il perché di sintomi e reazioni per superarli gradualmente ed evitare che diventino cronici.

Dando delle risposte al perché di certi comportamenti, disturbi e/o cambiamenti in seguito ad un trauma subito, il quale condiziona la nostra vita quotidiana, familiare e professionale, inclusi tutti i rapporti interpersonali, la psicologia online può offrire un valido supporto.

Bibliografia: “Psicologia dell’emergenza”, a cura di A. Lo Iacono e M. Troiano, ed. Riuniti, 2002)

Autore: D.ssa Maria Magdalena Schlett Capanna, Psicologa clinica, certificata EuroPsy (EFPA), Esperta in Psicologia dell’Emergenza e Stress Management, Pedagogista ed Insegnante, consulente di Therapion.com Italia 

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Depressione: i benefici derivanti dall’uso dei social media

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Internet è una risorsa che raccoglie informazioni ed ospita servizi quali i social media. Il ritiro sociale e l’isolamento di chi soffre di depressione sono spesso correlati ad un incremento delle ore trascorse su internet e i social media, ma oggi: chat, forum e siti internet dedicati consentono a chi soffre di depressione di non sentirsi isolato.

Chi soffre di depressione presenta tra gli altri sintomi: calo di interesse verso attività precedentemente gradite, affaticabilità e riduzione dell’energia fisica. Questi sintomi portano spesso i pazienti a condurre una vita sempre più ritirata ed isolata. Le persone che soffrono di depressione sono più facilmente orientate verso attività di tipo passivo, quali televisione ed internet.

Internet è una risorsa che raccoglie informazioni ed ospita servizi quali i social media. Chi soffre di una malattia organica o attraversa una sofferenza psicologica, oggi utilizza spesso internet come strumento per comprendere le origini del suo malessere e cercare rimedi, cure, terapie e soluzioni.

I social media sono siti internet o piattaforme finalizzate alla socializzazione degli iscritti e alla condivisione di contenuti testuali, audio e video tra gli stessi.

Il ritiro sociale e l’isolamento di chi soffre di depressione sono spesso correlati con un aumento nell’uso di internet e dei social media.

Oggi però chat, forum e siti internet dedicati consentono a chi soffre di depressione di non sentirsi isolato, giudicato, ma anzi rassicurato dai risultati di coloro che condividono le stesse condizioni. Le caratteristiche social di internet favoriscono la condivisione e consentono di ridurre le stigma legate a disturbi psicologici quali quadri clinici di  depressione.

Internet e i social media sono oggi sia fonte di informazione, che occasione di socializzazione e strumento attraverso cui può essere effettuata la cura. Interventi psicologici possono oggi essere effettuati via chat, email e in videoconferenza.

Non va dimenticato che la condivisione pubblica del proprio disagio psicologico su social media quali Facebook e Twitter può scatenare poco gradevoli reazioni e risposte di chi ha invece scarsa sensibilità e conoscenza del problema.

Internet e i social media rappresentano oggi in conclusione una comunità in cui è possibile trovare informazioni e sostegno sia da parte di altri utenti che di specialisti. Per chi versa in una condizione che peggiora l’isolamento, ciò è di vitale importanza.

AUTORE:

Viola Nicolucci è psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia della salute. Si occupa di ansia, depressione, panico, ma anche dei risvolti psicologici presenti in caso di patologia organica (es.malattia di Parkinson) e di relazioni interpersonali online.

Therapion.com

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Disturbi Alimentari

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Internet e i social media possono incentivare la crescita personale, ma anche dare spazio al vissuto di chi soffre di disturbi del comportamento alimentare.

Leggerete storie di persone che lottano con orgoglio contro il cibo, contro il proprio corpo, per il controllo del peso. La trama del disagio è simile attraverso le storie, a distinguerle sono le radici della sofferenza. Sarà lo psicologo  a dare il giusto “peso” alla tua storia e alla tua sofferenza.

Attraverso la condivisione di contenuti i social media possono incentivare la crescita personale. Nel paesaggio mediatico si incrociano anche sentieri oscuri, come i blog pro-ANA/MIA, diari di disturbi alimentari. Sono vicoli privati, porte cui dopo aver bussato, dovete dare il consenso per varcare. Leggerete storie di persone che lottano con orgoglio contro il cibo, contro il proprio corpo, per il controllo del peso. La trama del disagio è simile attraverso le storie, a distinguerle sono le radici della sofferenza.

Il cibo non nutre solo il corpo, ma alimenta anche le relazioni umane. Il nostro rapporto con il cibo è una lingua che può dar voce ad un malessere interiore.

Anoressia, bulimia, binge eating, obesità, e vigoressia sono etichette che descrivono disturbi del comportamento alimentare e condizioni in cui il rapporto con il cibo e con il proprio corpo mettono a rischio la salute fisica e psichica, non stendardi di casate nobiliari.

I disturbi del comportamento alimentare più conosciuti sono: anoressia e bulimia. La libertà dal peso dei personaggi di queste storie passa dalla schiavitù del controllo delle calorie. Sono più spesso volti di donne, adolescenti o giovani adulte. Chi soffre di anoressia rincorre una magrezza ideale, finchè un eccessivo dimagrimento può arrestare il ciclo mestruale nelle donne e in alcuni casi la vita.

La bulimia scatena abbuffate e comportamenti di compenso per il controllo del peso: vomito autoindotto e abuso di lassativi o diuretici. Una scarsa autostima accomuna queste storie. Il valore personale viene misurato in chilogrammi di peso, centimetri di circonferenza e forme corporee: numeri e geometria.

Chi esprime il suo disagio attraverso il corpo rincorre un ideale di bellezza. E’ ora che la nostra cultura si faccia promotrice della dea della salute, come colonna portante della bellezza. I rischi per la salute derivanti da un alterato rapporto con il cibo sono infatti molteplici. Le cicatrici fisiche di anoressia e bulimia sono: ipersensibilità al freddo, problemi gastrointestinali, capogiri, emaciazione, blocco della crescita, disturbi cardiaci; le cicatrici psichiche sono: depressione, ansia, ossessività e isolamento sociale.

Sono le nostre storie a renderci vulnerabili: relazioni difficili in famiglia, abusi sessuali, modelli mediatici che incoraggiano la magrezza, ma sono ancora le nostre storie a darci la forza di guarire.

La trama della sofferenza è comune, le origini del disagio sono individuali, ma il finale si può cambiare. I trattamenti possibili dei disturbi del comportamento alimentare sono psicoterapia, parole, ascolto, al bisogno antidepressivi, perché l’unica cosa che vale la pena di “controllare” è la nostra qualità di vita.

Un regime dietetico alterato, sia troppo lasso o costrittivo, non soddisfa le aspettative di chi con grande sforzo persegue un ideale fisico di magrezza. Come spezzare questo ciclo?

Per comprendere le ragioni di questi disturbi, bisogna superare le paure e affrontare i significati alla base del proprio comportamento alimentare.

Autore: Viola Nicolucci è psicologa laureata presso l’Università di Torino. Viola lavora come psicologa presso ambulatorio privato.

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Psicologia delle emozioni

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Nei ragionamenti del cuere si sono le emozioni

“Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni…”, parole di Rita Levi Montalcini.

Già, le emozioni?!

Spesso sono proprio loro quelle forze, che ci mettono in difficoltà. Infatti, in situazioni più o meno stressanti, possiamo diventare la loro facile preda. Le emozioni riescono a mettere fuori gioco la testa, considerata superiore nella nostra società occidentale.

Quante volte siamo convinti di aver preso certe decisioni solo per volontà della ragione. Abbiamo imparato che è la testa quella forza che comanda, che è lei che ci fa raggiungere l’obiettivo. E se poi non riusciamo a raggiungerlo, cerchiamo inutilmente la causa per il nostro fallimento.

Per tanto tempo si è parlato solo dell’IQ, del quoziente dell’intelligenza, ritenuto responsabile per vittorie o per fallimenti. Da quando si considera invece anche l’EQ, il quoziente delle emozioni, si è cominciato a trovare delle risposte per le sconfitte di persone con l’IQ elevato.

Non di rado siamo in preda a noiosissimi sintomi fisici, i quali ci impediscono di reagire come vorebbe la nostra ragione. Con l’aiuto della sofferenza fisica, un prezioso campanello d’alarme, le emozioni ci vogliono mettere in guardia: devi cambiare qualche cosa! E più che andiamo avanti sulla strada sbagliata, più il nostro corpo alza il tiro.

Immprovvisi mal di testa o di schiena, la storta di una caviglia, ansia fino ad attacchi di panico, nervosismi vari, insonnia, incubi, e tanti altri sintomi, vogliono portare alla superficie la nostra voce interiore, che, messa da parte dalla ragione, vuole ricordare quali siano i nostri veri bisogni. Il corpo suggerisce di cambiare stile di vita, il cuore indica una strada diversa da quella che la testa vorrebbe imporre.

Se ci fermassimo per un attimo, lasciando spazio al dubbio, potremo sentire se siamo su una strada senza via d’uscita, paralizzati forse per paura, per vergogna, per solitudine, per sensi di colpa, o altro.

E’ il cuore, sono le emozioni, che, insieme alla ragione, possono indicare la giusta via. Ma non è sempre facile individuare e seguire questo percorso. Per dare una svolta, per prendere una nuova direzione, ci vogliono tenacia, perseveranza, umiltà e fiduca. Ascoltando il nostro cuore, e lasciandoci guidare dalle emozioni, potremo diventare padroni di noi stessi, potremo smettere di vivere come delle marionette, facile preda nelle mani altrui.

Il cambiamento richiesto, significa un tuffo nel nuovo, nell’incerto, nell’avventura. Fa paura. Le conseguenze sono incerte, non sappiamo se la decisione presa, sarà quella giusta e quali saranno gli effetti collaterali.

Parenti, amici, colleghi vedranno una persona nuova, che si comporta diversamente da quella che erano abituati. Chi si era dedicato agli altri, ora potrebbe passare per egoista, in quanto non più disponibile come prima.

Oppure chi era abituato ad uscire con la solita comitiva, per nascondersi nel gruppo, ora potrebbe uscire dall’ombra, con la conseguenza che certe “amicizie” diventino superflue, non servono più né all’una né all’altra parte.

Interrogare, ma soprattutto ascoltare se stessi, mette un meccanismo in funzione, che cambierà l’atteggiamento secondo la legge dell’azione-reazione. Una volta svegliata, sarà difficile mettere a tacere la vocina interiore. Ma è proprio lei quella forza, che permette di realizzare il nostro progetto di vita. E lei è guidata dalle emozioni, cioè dal nostro cuore che, insieme alla testa, ci porterà sulla giusta via.

La consulenza psicologica online offre una preziosa occasione per mettersi, con l’aiuto di un esperto, alla ricerca delle emozioni.

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Autore:

Maria Magdalena Schlett Capanna: D.ssa in Psicologia clinica, certificata EuroPsy, Esperta in Psicologia dell’Emergenza e in Playtherapy. Collabora con Therapion.com 

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